Come nacquero le città

La maggior parte degli storici ricordano che quegli uomini che per primi apparvero sulla terra, poiché dovevano condurre una vita nomade per campi e foreste, né erano uniti tra loro da nessun patto di parola o di diritto, ma avevano fronde ed erba come letti e grotte e caverne come case, erano stati prede di bestie e animali più forti. Allora quelli, i quali o erano fuggiti dopo essere stati sbranati o avevano visto essere dilaniati i loro simili, preso atto del proprio pericolo, corsero dagli altri uomini, implorarono una difesa e, in un primo momento manifestarono a gesti la loro volontà, poi tentarono i primordi di un discorso, e, dando i nomi alle cose una dopo l'altra, parlando, a poco a poco crearono il ragionamento. Vedendo inoltre che la moltitudine stessa doveva essere difesa contro le bestie, cominciarono anche a fortificare le città, in modo sia da rendere sicuro per sè il riposo della notte, sia per respingere l'assalto delle belve non con il combattimento, ma con l'opposizione di terrapieni.

Versione tratta da: Cicerone

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