Condanna di un venditore poco onesto

Omnium certe interest venditorem bonae fidei semper...

A tutti certamente interessa che il venditore sia sempre in buona fede. Infatti, colui che vende i suoi beni, né deve nascondere i difetti, né celebrare oltre misura le lodi, affinché venda di più.

Gli auguri ordinarono a Claudio Centumalo di abbassare l'altezza della propria dimora, che aveva sul monte Celio, poiché nuoceva a costoro mentre ricevevano l'augurio dalla rocca, ma la vendette a Calpurnio Lanario, e non indicò ciò che era stato ordinato dal collegio degli auguri.

Calpurnio, costretto da questi a demolire la casa, accusò di frode il venditore e scelse M. Catone come giudice della controversia. Catone, quando fu informato del fatto che Claudio aveva deliberatamente taciuto l'ordine dei sacerdoti, subito lo condannò al doppio della pena, certamente con grande imparzialità, poiché per la giustizia è importante che il venditore sia in buona fede e che né aumenti la speranza dei vantaggi, né nasconda la conoscenza degli svantaggi.

Versione tratta da: Valerio Massimo

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