La guerra contro Mitridate

Primus statim impetus belli Bithyniam rapuit...

Il primo assalto della guerra strappò immediatamente la Bitinia, quindi fu sottratta l'Asia con pari terrore, e non ci volle molto perché le città e le nostre popolazioni passassero dalla parte del re (lett. : né con esitazione si passò al fianco del re da parte delle città e dei popoli nostri).

Mitridate si avvicinava, incombeva e usava la violenza come un valore: con un ferocissimo editto furono uccisi tutti quelli di cittadinanza Romana che fossero presenti in Asia. Allora senza dubbio furono violate le case, i templi e gli altari e tutte le leggi umane e divine.

Ma questa paura dell'Asia apriva al re anche l'Europa. E cosi con l'invio dei prefetti Archelao e Neottolemo, ad eccezione di Rodi, che rimase al nostro fianco più saldamente, venivano occupate le restanti Cicladi, Delo, l'Eubea e la stessa gloria della Grecia, Atene. Ormai il terrore del re alitava sull'Italia e sulla stessa Roma. E così accorre L. Silla, uomo eccellente nelle armi, e con pari violenza respinse, come in una lotta, il nemico, destinato a cadere più avanti.

Per prima cosa con l'assedio e la fame spinse al cibo umano la città di Atene, genitrice di messi; e presto fu demolito il porto del Pireo, che era stato recinto con sei mura o più.

Versione tratta da: Floro

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