Pompeo cerca di venire a patti con Cesare
Il senato approva la scelta di inviare degli ambasciatori: ma non si trovava chi mandare e soprattutto per ragioni di paura, ciascuno rifiutava per il proprio bene questo incarico di ambasceria.
Pompeo infatti, allontanandosi dalla città aveva detto in senato che avrebbe considerato allo stesso modo quelli che fossero rimasti a Roma e quelli che fossero nell'accampamento di Cesare.
Così trascorre un periodo di tre giorni a causa delle dispute e dei pretesti. Viene avvicinato dai nemici di Cesare anche L. Metello, tribuno della plebe, affinché prolunghi questa cosa e impedisca le altre cose che (quello) aveva deciso di fare.
Saputo il piano di costui Cesare, poiché a suo avviso aveva sprecato invano diversi giorni, per non perdere il tempo rimanente, senza aver fatto quelle cose le quali aveva pianificato di fare, parte dalla città e giunge in Gallia Ulteriore.
RISPOSTE:
1. Relative al congiuntivo:
- qui mitterentur (rigo 1).
- qui Romae remansisset (rigo 3).
- qui in castris Caesaris fuissent (rigo 3).
- qui hanc rem distrahat ... et impediat (rigo 5).
2. Proposizione relativa con valore consecutivo: qui mitterentur ( = non si trovava nessuno tale da poter essere mandato)
3. Proposizione relativa con valore finale: qui hanc rem distrahat, reliquasque res impediat ( = affinché prolunghi... e affinché impedisca).
4. Proposizione causale al congiuntivo: quia frustra dies aliquot consumpserit.
5. Perché è una causale soggettiva, vale a dire che la causa espressa (l'aver sprecato tempo) non è una causa oggettiva, ma solo il pensiero di Cesare.
Versione tratta da: Cesare