Themistocles veni ad te qui plurima mala omnium Graiorum in domum tuam intuli ...

Io, Temistocle, sono venuto da te, io che, tra tutti i Greci, ho arrecato alla tua patria i danni più numerosi, durante tutto il tempo in cui dovetti combattere contro tuo padre e difendere la mia patria.

Io medesimo, ho compiuto buone azioni molto più numerose, dopo che io ho cominciato ad essere al sicuro e lui in pericolo. Infatti quando egli volle ritornare in Asia, dopo aver compiuto la battaglia di Salamina, con una lettera lo informai che si progettava questo, che il ponte che lui aveva costruito nell'Ellesponto fosse distrutto e (lui) accerchiato dai nemici.

Con questo messaggio egli fu messo al riparo dal pericolo. Ora invece sono fuggito presso di te, perseguitato da tutta la Grecia, chiedendo la tua amicizia: se la otterrò, tu mi avrai come buon amico, non meno di quanto egli mi sperimentò come valoroso nemico.

Chiedo inoltre una cosa, che riguardo a quelle cose delle quali voglio parlare con te, tu mi conceda un anno di tempo, passato il quale tu accetti che io vanga da te.

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