Annos undeviginti natus exercitum privato consilio et privata impensa comparavi, per quem rem publicam a dominatione factionis oppressam in libertatem vindicavi. Eos, qui parentem meum ...

All'età di diciannove anni, mi procurai un esercito per decisione personale e a mie spese, e per mezzo di esso riportai in libertà lo Stato, oppresso dallo strapotere di una parte politica.

Cacciai in esilio coloro che uccisero il mio genitore e successivamente li sconfissi per due volte sul campo di battaglia, quando mossero guerra allo Stato.

Combattei spesso guerre civili ed esterne in tutto il mondo, e da vincitore risparmiai tutti i cittadini che chiedevano perdono. Furono in armi al mio comando circa cinquecentomila cittadini Romani, dei quali, una volta congedati, assai più di trecentomila li trasferii nelle colonie o li rimandai nei municipi.

Catturai seicento navi. Durante il settimo consolato venni chiamato Augusto. Nei miei trionfi sono stati portati davanti al mio carro nove re o figli di re. Ero stato console per tredici volte quando scrivevo queste cose, ed avevo settantacinque anni.

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