Bello Gallico anno quadringentesimo quinto ab Urbe condita cum Romani in stationibus quieti tempus tererent Gallus quidam magnitudine atque armis insignis cum ...
Nella Guerra di Gallia, nell'anno quattrocentocinque dalla fondazione di Roma, mentre i Romani consumavano il tempo tranquilli negli alloggiamenti, un certo Gallo, notevole per stazza e per armi, dopo essersi avvicinato di nascosto agli alloggiamenti Romani, si fece avanti, e, per far rivolgere verso sé gli occhi di tutti, percuoteva lo scudo con la lancia. Dopo che ebbe ottenuto il silenzio, tramite un interprete sfidò uno tra i Romani a battersi con la spada contro di lui. Marco Valerio, un giovane tribuno dei soldati, dopo che ebbe chiesto il permesso al console, si fece avanti armato.
Allora accadde una cosa stupefacente: un corvo improvvisamente si posò sull'elmo del giovane Romano che si preparava al duello uno contro uno. Il tribuno considerò questo come un buon auspicio inviato dal cielo, e pregò gli dèi di essere favorevoli a lui e ai Romani. Il volatile non soltanto rimase sull'elmo, ma, quando il Gallo e il Romano cominciarono lo scontro, librandosi sulle ali, con il becco e con gli artigli attaccò il volto e gli occhi del Gallo, fino a che Valerio non uccise il nemico, che era pervaso dal terrore a causa dell'evento portentoso.
Allora il corvo volò via verso l'est, e i Romani assegnarono a Valerio il soprannome "Corvino".