Bello Punico secundo dei funestis prodigiis ingentes calamitates Romanis ...

In occasione della Seconda Guerra Punica, gli dèi, per mezzo di funesti eventi portentosi, preannunciarono ai Romani grosse calamità.

Infatti, sia a Roma, sia intorno a Roma, in quell'inverno accaddero molti eventi prodigiosi, oppure furono riferiti e furono avventatamente creduti: gli animi degli uomini infatti sono ingenui tutte le volte che sono mossi dall'ignoranza e dalla superstizione. A Roma, nel mercato degli ortaggi, un bambino di sei mesi all'improvviso iniziò a parlare a voce alta; nel mercato del bestiame, un bue salì di sua iniziativa sul tetto di un edificio e da lì, spaventato dalle grida degli abitanti, si gettò giù. Delle navi abbaglianti furono avvistate nel cielo; il tempio della Speranza fu colpito da un fulmine.

A Lanuvio, le lance sacre di Marte si mossero, e un corvo volò nel tempio di Giunone e si posò su una statua della dea. Nel territorio di Amiterno furono visti, in molti luoghi, uomini rivestiti con un abito bianco; nel territorio Piceno piovvero pietre; nella Gallia, un lupo rubò una spada dal fodero ad un soldato, e la portò via. A causa dei significativi prodigi degli dèi, i decemviri consultarono i libri Sibillini.

Si chiamano "Sibillini" i libri nei quali sono stati trascritti, in caratteri Greci, i responsi della Sibilla Cumana; un tempo questi libri furono portati a Roma dal re Tarquinio, e furono collocati sul Campidoglio, nel tempio di Giove. E così le collere degli dèi del cielo furono espiate per mezzo di molte vittime.

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