Guai ai vinti!

Postquam Veios Romani expugnaverant, civitatem novi hostes in extremum discrimen adduxerunt. ...Camillo triumphum decreverunt eumque patrem patriae et alterum Romulum appellaverunt.

Dopo che i Romani espugnarono Veio, nuovi nemici trascinarono la città in un estremo pericolo.

Infatti, i galli che erano arrivati in Italia attraverso le Alpi misero in fuga le milizie dei romani presso il fiume Allia. Allora il senato, in tanto pericolo richiamò Camillo dall'esilio. C'era il consenso di tutti i cittadini: "Se il senato avrà eletto dittatore Camillo, Roma sarà salva." Nel frattempo i Galli giunsero nel foro attraverso porta Collina, nella rocca esercitano violenza (vim facio).

"Sarete liberi, Romani, se ci avrete dato il vostro oro." Ma i vostri pesi sono ingiusti, gridano insieme adirati i Romani. "Pesate anche la mia spada" esclama orgoglioso Brenno, il comandante dei galli. "Guai ai vinti!" Ma i romani non avevano ancora pesato tutto l'oro, quando intervenne il dittatore Camillo.

L'oro fu elimanato, si fece una battaglia, i Galli furono uccisi: affinché Camillo non lasciasse alcuna notizia della carneficina. I romani lieti perché avevano riconquistato la patria, decretarono il trionfo a Camillo e lo chiamarono padre della patria e secondo Romolo.

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