Un agguato dalla foresta

Eodem fere tempore Caesar, etiamsi prope exacta iam aestas erat...

All'incirca nel medesimo periodo, Cesare, anche se ormai l'estate era pressoché trascorsa, tuttavia, poiché, una volta domata l'intera Gallia, restavano soltanto i Morini e i Menapi che erano in armi e che non gli avevano mai mandato degli ambasciatori, ritenendo che quella guerra potesse essere portata a termine rapidamente, condusse là l'esercito. Costoro, tuttavia, stabilirono di combattere la guerra con una tattica di gran lunga diversa dai rimanenti Galli. Infatti, poiché si rendevano conto che erano state respinte e sconfitte popolazioni enormi che si erano scontrate in battaglia con i Romani, loro, poiché possedevano vaste foreste e paludi, trasferirono là sé stessi e tutte le loro cose.

Dopo che Cesare fu giunto presso quelle foreste ed ebbe deciso di fortificare un accampamento, e dopo che nessun nemico era stato visto nel frattempo, i Galli, una volta che i nostri si furono sparpagliati nel lavoro di fortificazione, balzarono improvvisamente fuori da tutti i punti delle foreste, e sferrarono un attacco contro i nostri.

I nostri, facendo affidamento sull'esperienza in guerra, imbracciarono rapidamente le armi e li respinsero nelle foreste, e uccisine molti, inseguendoli in luoghi poco praticabili, persero pochi dei loro. Quindi, nei giorni successivi, Cesare stabilì di tagliare le foreste.

Versione tratta da: Cesare

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