I malefici della maga Circe

Circe, Solis et Persae nymphae filia, Aeetae Colchorum regis soror, veneficiorum perita fuit. Regem Sarmatarum, cui nupserat, ...

Circe, figlia del Sole e della ninfa Perse, sorella di Eeta sovrano dei Colchidi, fu esperta di malefici.

Uccise con del veleno il sovrano dei Sarmati, che aveva sposato, e occupò il suo regno, ma, poiché governava troppo crudelmente, fu scacciata dagli abitanti e fuggì in Italia. Qui tramuto Scilla, la fanciulla amata da Glauco, in mostro marino, perché aveva inquinato con radici e erbe nocive la fonte dove quella (Circe) era solita lavarsi.

La dea, infatti, infervorata dall'amore di Glauco, aveva concepito un odio profondo verso la fanciulla. Ella accolse invece Ulisse con ospitalità, dopo che, distrutta Troia, aveva vagato per il mare, e riportò i suoi compagni, che aveva trasformato in maiali, nella forma originaria.

Poichè alla fine era stata respinta da Pico, re dei Latini che amava appassionatamente, si accese di tanto odio che lo trasformò per il suo nome in uccello

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