Essere innocenti non basta

Percurremus nunc casus eorum, quibus...

Percorreremo (affronteremo) ora i casi di coloro, ai quali nell'esposizione della causa presso i giudici l'innocenza non arrecò frutto.

Lucio Scipione dopo il magnifico trionfo sul Re Antioco fu condannato, perché secondo l'opinione degli accusatori aveva preso denaro da quello. Quello, uomo di vita specchiata e distante lontanamente da tale sospetto, non poté resistere all'invidia sicuramente per mezzo dei due fratelli per il famoso soprannome.

In verità il parlare di costui arrecò distruzione a Gaio Deciano, uomo di comprovata integrità: infatti quando accusò Publio Furio dinanzi alle tribune di vita corrotta con argomentazioni errate, non solo non condannò quello come responsabile, ma pendette le pene sopra di lui. Anche Sesto Tito fu portato alla rovina da una circostanza simile:

era innocente e per la legge agraria era amato dal popolo; dato che aveva tuttavia in casa l'immagine di Saturnino, nemico dello stato, l'intera adunanza lo oppresse mediante le votazioni.
(by Maria D.)

Versione tratta da Valerio Massimo, Fatti e detti memorabili

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