In nostro orbe aurum in fluminum harenis invenitur, puteorum scrobibus effoditur aut in ruina montium quaeritur ...
Nel nostro mondo l'oro si trova nelle sabbie dei fiumi, si estrae dalle cavità dei pozzi oppure si cerca in una frana delle montagne.
La terza soluzione è un lavoro di grande fatica. Si fanno cunicoli per grandi distanze, i monti si scavano con le luci delle torce, e per molti mesi gli uomini non hanno la possibilità di vedere la luce del sole. Le fessure crollano all'improvviso e schiacciano i lavoratori. Gli uomini spaccano le pietre con il fuoco e con l'aceto; spesso, poiché il fuoco soffoca i cunicoli con il vapore e con il fumo, battono con martelli di ferro.
Quindi gli operai trasportano le pietre sulle spalle attraverso le tenebre, durante le notti e durante i giorni. E ciò nonostante, il lavoro è facile nella pietra; infatti la terra mista all'argilla è pressoché impenetrabile. Gli scavatori la colpiscono con cunei e martelli di ferro con grande forza e non esiste nulla di più duro. Le volte alla fine crollano, e il crollo dà un segnale che il sorvegliante sulla cima del monte capisce.
Costui a gran voce interrompe i lavori e simultaneamente scende giù. La montagna cade con un incredibile boato, e i vincitori assistono alla sconfitta della natura.