Post Hectoris mortem, semideus Achilles apud Troiae moenia errabat ac dicebat: Sum ego Troiae dominus; nisi expugnabam gladio meo, urbem tutam adhuc erat ...

Dopo la morte di Ettore, il semidio Achille vagava presso le mura di Troia e diceva: Sono io il signore di Troia; se non la espugnavo con la mia spada, la città era ancora al sicuro.

Allora il dio Apollo indossava la veste e gli ornamenti di Paride, figlio di Priamo, e con una freccia colpiva il tallone di Achille: il tallone infatti era mortale e così Apollo uccideva il semidio.

A quel punto, prima della sepoltura di Achille, il parente Aiace, figlio di Telamone, chiedeva ai Greci le armi di Achille; ma, a causa della collera di Minerva contro il figlio di Telamone, Agamennone concede le armi agli eroi Menelao e Ulisse.

Aiace, furioso per lo sfacciato rifiuto, con la spada uccide se stesso e i suoi capi di bestiame.

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