Tres horas pugnatum est et ubique atrociter. Circa consulem Flaminium valde acris infestaque pugna erat ...
Ci si scontrò per tre ore, e ovunque con violenza. Intorno al console Flaminio la lotta era molto aspra e furiosa.
Egli, in qualsiasi parte aveva notato i suoi in difficoltà, portava aiuto in maniera infaticabile. Gli avversari, con grande ostinazione, aggredivano il console, che era protetto dai concittadini, quando un cavaliere Insubre, riconoscendolo, gridò: Costui è quello che ha massacrato le nostre legioni e saccheggiato i campi e la città; ora io offrirò questa vittima ai Mani dei cittadini vergognosamente uccisi!
Dopo aver incitato con gli sproni il cavallo, compì un assalto in mezzo alla fitta moltitudine dei nemici e, stroncato lo scudiero, che si era gettato incontro a lui mentre arrivava furente, trapassò il console con la lancia.
Quindi i triarii, contrapposti gli scudi, scacciarono l'Insubre, che desiderava depredare Flaminio. Da ciò ebbe il primo ebbe inizio la fuga di una grande parte (sottinteso: dell'esercito Romano) e oramai né il lago né le montagne erano d'impedimento al terrore.