Si volumus aequi omnium rerum iudices esse, primum nobis persuadeamus hoc ...

Se vogliamo essere giudici imparziali di tutte le cose, come prima cosa convinciamoci di questo: nessuno di noi è senza colpa.

Qualcuno di noi dice: Non ho sbagliato nulla – oppure – Non ho fatto nulla. (Così) aggiungiamo alle cattive azioni la presunzione e la negazione di responsabilità. Chi è codesto che si dichiara innocente rispetto a tutte le leggi?

Quant'è piccola l'innocenza di colui che è onesto soltanto per la legge! Quante cose, pretendono la devozione, la civiltà, la generosità, la giustizia, la lealtà, che si trovano al di fuori delle tavole delle leggi! Pensando questo, siamo più equanimi nei confronti dei criminali! E crediamo a coloro che (ci) rimproverano!

Non adiriamoci verso i giusti, meno che mai verso gli dèi! Infatti patiamo qualche disagio, non per una loro mancanza, ma per una legge della natura mortale (mortalitatis = della condizione umana, della natura mortale).

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