Druso

Druso durante la questura e la pretura guidò la guerra Retica e poi quella Germanica; primo tra i comandanti Romani navigò l'Oceano settentrionale e al di là del Reno fece fare, con dei lavori straordinari ed enormi, dei canali che ancora oggi vengono chiamati Drusini.

Inoltre inseguì il nemico più volte sconfitto e respinto in profondità nelle regioni deserte più interne. In ragione di queste imprese ricevette il diritto dell'ovazione e le insegne trionfali. Poi, entrato immediatamente dopo la pretura al consolato, e ripresa la spedizione, morì di malattia nell'accampamento estivo, che per questa ragione fu chiamato "Scellerato". Il suo cadavere fu trasportato verso Roma dai principali esponenti dei municipi e delle colonie e fu sepolto nel Campo Marzio.

L'esercito innalzò per lui un tumulo onorario, il senato tra moltissime altre cose decretò per lui un arco di marmo con i trofei sulla via Appia e per lui e per i suoi discendenti il cognome di Germanico.

Si crede che sia stato di carattere devoto allo stato non meno che assetato di gloria: infatti al nemico, oltre alle vittorie, strappò anche le spoglie opime, e molto spesso con grandissimo rischio, inseguì i comandanti dei Germani per tutto il campo di battaglia, e non nascose mai di avere intenzione di ridare allo stato l'ordinamento passato.

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