Il generale persiano Mazèo consegna Babilonia ad Alessandro
Dopo che il re Dario dopo la disfatta di Gaugamela si fu dato alla fuga, molti tra i suoi soldati, circondati dai nemici, caddero combattendo valorosamente, la maggior parte invece, dopo aver attraversato il fiume Tigri, tornarono alle loro case.
Poiché senza re e comandanti i nemici sconfitti non potevano riprendere la guerra, ai vincitori si apriva senza pericolo alcuno la via verso Babilonia. Alessandro dunque si diresse a Babilonia e, mentre marciava attraverso la Persia con le sue truppe, si gloriava di aver vendicato le antiche offese dei Persiani contro i Greci.
Infatti, quando l'esercito dei Persiani, sotto la guida di Serse, aveva invaso la Grecia, aveva violato tutte le cose umane e divine. Quando giunse davanti a Babilonia, Alessandro mostrando ai suoi la città così li incitò brevemente: "Andiamo! Quella città è la sperata ricompensa della vittoria!". Mazeo, che allora governava la città, supplicante corse incontro a lui che avanzava e gli consegnò la città e se stesso.
Lo accompagnavano i Magi, cantando un inno di lode, i Caldei, interpreti degli astri e i musici con le loro cetre. Alessandro, poiché giudicava che l'assedio di una città così ben fortificata sarebbe stato per lui un grosso lavoro, accettò la resa con grande gioia e trattò con grandissima benevolenza Mazeo.