Innumerabilia sunt exempla eorum qui liberos ...

Sono innumerevoli gli esempi di coloro che seppellirono senza piangere i figli giovani, che dal rogo funebre tornarono in senato o a qualche incarico pubblico e immediatamente fecero altro.

E non ingiustamente: infatti, per prima cosa, dolersi è inutile se dolendoti non ottieni niente; e poi è ingiusto lamentarsi di ciò che capita ad uno, ma tocca a tutti. Qualcuno piange per un evento che sapeva che sarebbe accaduto? Qualcuno piange per un evento che egli diceva non poter non accadere?

Chiunque lamenta che qualcuno è morto, lamenta che sia stato un uomo. La stessa condizione ci ha reso schiavi tutti: a chi è toccato in sorte di nascere, tocca morire. Ma come? Ora dunque ti istigo alla durezza e voglio che governi il tuo volto perfino durante il funerale e neppure ammetto che ti si serri il fiato? Niente affatto. Le lacrime cadono anche a coloro che si sforzano di trattenerle e una volta versate sollevano l'animo.

Permettiamo ad esse di cadere, ma non glielo ordiniamo; sgorghino nella misura in cui l'emozione le abbia spinte fuori, non quanto richieda l'imitazione. Infine parla sovente di lui, e celebra, quanto puoi, il suo ricordo. Se avevi ascoltato con piacere qualche suo discorso, qualche scherzo, anche se di bambino, ricordali piuttosto spesso.

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