Compianto di un giovane amico

C. Plinius Marcellino suo s. Omnia mihi studia, omnes curas, omnia avocamenta …

C. Plinio saluta il suo Marcellino. Il dolore che ho patito per la morte di Giunio Avito mi ha tolto, allontanato, e strappato via tutte le passioni, tutti gli interessi, tutti gli svaghi.

Egli aveva indossato il laticlavio in casa mia, ed è stato supportato dal mio voto, quando entrò in politica; oltre a ciò, mi apprezzava a tal punto, a tal punto mi rispettava, da avvalersi di me come precettore di costumi, di me, per così dire, come un maestro.

Questa cosa è rara fra i nostri giovani, che capiscono subito, conoscono subito tutte le cose. Ma non Avito: egli faceva cose utili, e sempre si ritirava in maniera da considerarsi migliore, vuoi perché aveva ascoltato, vuoi perché aveva proprio chiesto. Quale rispetto egli dimostrò all'eccellente uomo di Serviano! Da tribuno, comprese e a tal punto attrasse il luogotenente Serviano che dalla Grecia lo seguì in Pannonia non come un commilitone, ma come un compagno e come un seguace.

Mi rammarico per la sua giovinezza, sono affranto per il lutto delle sue parentele. Un solo giorno ha mutato tante speranze, tante gioie nelle cose opposte. Stammi bene.

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