Dario arringa i soldati alla vigilia della battaglia di Gaugamela

Dareus qui in laevo cornu erat et curru eminebat militibus dixit …

Dario, che si trovava nel fianco sinistro e spiccava sul carro, disse ai soldati: Questo giorno o fonderà oppure metterà fine al nostro impero.

Si è giunti al punto da cui non c'è più spazio per la fuga. Alle spalle, tutte le cose sono state logorate da una guerra tanto duratura: le città non hanno i loro abitanti, le terre non hanno i loro coltivatori. Vedete che le fila dei nemici sono diradate, i fianchi dell'esercito sono allentati, e che il centro dello schieramento è vuoto e logoro, infatti gli ultimi, che Alessandro ha collocato di fronte, già volgono le spalle.

Per il resto si è giunti a circostanze disperate: Alessandro trattiene alla stregua di criminali mia madre, le due figlie, l'illustre prole della stirpe reale, e i vostri comandanti. Strappate i miei affetti dalle carceri! Restituitemi gli affetti in difesa dei quali voi stessi non rifiutate di morire. Pensate che ora tutti costoro tendono le mani verso di voi, implorano gli dèi della patria, reclamano il vostro aiuto, la vostra misericordia, la vostra lealtà.

O forse pensate che con animo sereno i miei familiari sono schiavi di coloro dei quali non sopportano di essere i sovrani? Ormai vedo avvicinarsi l'esercito dei nemici; in nome degli dèi della patria e del fuoco eterno e dello splendore del sole e dell'eterna memoria di Ciro, vendicate dal recente disonore il nome e il popolo dei Persiani.

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