Hamilcar ut Carthaginem venit rem publicam in gravi discrimine esse cognovit ...

Amilcare, non appena giunse a Cartagine, capì che lo Stato si trovava in grave pericolo. E infatti, a causa della lunga durata della guerra estera, divampò una guerra intestina tanto grande che mai Cartagine fu in un simile pericolo, se non quando fu distrutta.

Per prima cosa si ribellarono i soldati mercenari, dei quali i Cartaginesi si erano serviti contro i Romani, e il numero di essi era di ventimila. Costoro sobillarono l'Africa intera, e aggredirono la stessa Cartagine.

I Cartaginesi furono talmente atterriti da queste sciagure che chiesero addirittura truppe ausiliarie ai Romani, e le ottennero. Ma infine, allo scopo di non giungere all'estrema disfatta, nominarono comandante supremo Amilcare. Costui non solo allontanò i nemici dalle mura di Cartagine, ma addirittura li respinse al punto che, bloccati nelle gole della zona, morirono più a causa della fame che a causa della spada.

Restituì alla patria molte roccaforti e città, e tra queste c'era Utica. E non fu soddisfatto di ciò, ma ampliò anche il territorio dell'impero, ristabilì in tutta l'Africa una pace così grande che in essa per molti anni non ebbe luogo alcuna guerra.

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