I Marsigliesi sono costretti alla resa
Massilienses omnibus malis defessi ad summam inopiam rei frumentariae adducti …
I Marsigliesi, stremati da tutte le sciagure, ridotti all'estrema carestia di viveri, sconfitti per due volte in battaglia navale, sbaragliati nelle frequenti sortite, afflitti per giunta da una grave epidemia derivante dalla prolungata segregazione e dal cambiamento dell'alimentazione, decidono di arrendersi senza inganni.
Ma pochi giorni prima, L. Domizio, poiché aveva saputo l'intenzione dei Marsigliesi, dopo aver preparato tre navi, delle quali due le aveva assegnate a suoi familiari, e su una si era imbarcato egli stesso, trovato un frangente burrascoso, partì.
Dopo che le navi che, su ordine di Bruto, per abitudine quotidiana stavano di guardia nelle vicinanze del porto, ebbero avvistato costui, iniziarono ad inseguirlo. Di queste, la sola imbarcazione di Domizio insisté nel fuggire e, con l'aiuto della burrasca, andò via; le rimanenti imbarcazioni, spaventate dall'assalto delle nostre navi, si rifugiarono nel porto. I Marsigliesi portano fuori dalla città gli armamenti e le macchine da guerra, fanno uscire le navi dal porto e consegnano il denaro proveniente dall'erario.
Cesare, risparmiandoli più in virtù della rinomanza e dell'antichità, che per i meriti nei suoi confronti, lascia lì due legioni di guardia, e manda tutte le altre in Italia; egli stesso parte per Roma.