Il commercio e l’artigianato non sono attività nobili
Opifices omnes vilis animi sunt et in sordida arte vivunt …
Gli artigiani sono tutti di animo vile, e vivono in un mestiere ignobile; e infatti una bottega non ha alcunché di nobile.
Inoltre, non approviamo siffatti lavoratori, poiché li consideriamo somministratori di piaceri: “pescivendoli, macellai, cuochi, pellettieri, pescatori” come dice Terenzio; aggiungici anche i venditori di unguenti, i danzatori e l’intero spettacolo talario.
Al contrario, buonsenso e non piccola utilità risiedono nei mestieri della medicina e dell’architettura, e nello studio delle cose onorevoli. Il commercio, al contrario, se è di piccola scala è vergognoso, se invece è grande e ricco e scevro da frode, non è eccessivamente degno di biasimo, poiché fa arrivare molti prodotti da ogni luogo, e li distribuisce a molti senza imbroglio.