Scene di orrore dopo la battaglia di Canne
Postero die, ubi primum inluxit, ad spolia legenda foedamque etiam hostibus spectandam stragem insistunt. ...Numida mortuo superincubanti Romano vivus, naso auribusque laceratis, cum, manibus ad capiendum telum inutilibus, in rabiem ira versa, laniando dentibus hostem, expiravisset.
Nel giorno seguente, quando si fa giorno, essi si dedicano a portare via le spoglie e a valutare la strage, funesta anche ai nemici.
Giacevano (a terra) dappertutto tante migliaia di Romani, fanti e cavalieri. Alcuni che si erano alzati da terra insanguinati nel centro della strage svegliati dalle ferite irritate dal freddo mattutino, erano stati (furono) uccisi dal nemico. Trovarono certi altri che giacevano ancora vivi, con i femori e le ginocchia recise, che si scoprivano la nuca e la gola, e che li esortavano a vuotare il sangue rimasto (=a finirli).
Certi furono trovati con le teste infilate nella terra scavata, i quali avevano fatto le buche per loro stessi e che si erano soffocati il respiro coprendosi il volto con della terra gettata sopra. Fece accorrere tutti sopratutto un numida vivo tirato fuori da un Romano morto che gli stava giaceva sopra, con le orecchie e con il naso strappati, poiché quello, avendo le mani impossibilitate ad afferrare un'arma, e dopo che la furia si era trasformata in follia,spirò dilaniando il nemico con i denti.