Il ciclo troiano Il riconoscimento e la vendetta di Ulisse

Juventas Nova Mente, nove discere

Postquam Telemachi conatus irriti ceciderunt, patris nutu arcum ad singulos Procos porrexit sed nemo eorum ne arcum quidem flectere potuit....

Telemaco, dopo che ebbero fine gli sforzi vani, per volontà del padre tese l'arco ai singoli Proci ma nessuno di loro riuscì nemmeno a flettere l'arco. Poi anche un falso mendicante domandò a Telemaco l'arco ed il suo tentativo fu sottolineato da tutti con una grande risata.

Egli con piccolo sforzo e mano ferma tese l'arco e scagliò la freccia attraverso i fori delle scuri. Allora i Proci, riconoscendo il re di Itaca, impallidirono lett. presente( e tremarono (lett. presente( di spavento, Ulisse finalmente depose (lett. presente) l'abito consunto e: "La gara è ora terminata!

Ora l'arco ed i colpi della mia spada raggiungeranno altri bersagli!" Invano i Proci piegando le ginocchia ed in gran pianto imploravano (lett. presente) perdono: Ulisse con suo figlio ed i pochi servi fedeli colpisce tutti i Proci e la casa risuona di alte grida.

Nel frattempo la fedele Penelope, temendo un inganno, è in grande angoscia e dubita ancora del ritorno del marito. Ma dopo che Ulisse svela un segreto, noto solo a sua moglie ed a lui, anche Penelope infine riconosce il marito.

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