Battute mordaci - VERSIONE latino da NOVA OFFICINA

Battute mordaci Versione latino NOVA OFFICINA

Siculus quidam vicinum suum, qui falce ramos arboris percutiebat, vidit. Ad quem cum accessisset, interrogavit cur tam male miseram arborem mulcaret....

un Siciliano vide un certo suo vicino, che percuoteva con la falce i rami di un albero. Dopo esserglisii appropinquato, gli domandò, perché maltrattasse tanto il povero albero. "E' un pessimo albero (nota: arbor è femminile quindi pessima e l'aggettivo collegato" - disse.

"Vorrei bruciarlo o stradicarlo dalle radici. Voglia il cielo che gli dei lo distruggano, che il calore dell'estate lo faccia arrosolare o il freddo dell'inverno lo faccia seccare e che nemmeno i venti lo risparmino!

Ai suoi rami infatti si è impiccata la mia sposa". Allora il Siciliano, che aveva(in sposa) una donna malvagia. esclamò subito : "Magari avessi io un siffatto albero! Ti prego dà a me, questi germogli dall'albero, cosicchè io lo pianti nel mio campo ». il filosofo Diogene, essendo stato interrogato se avesse ammirato i giochi di Olimpia, rispose : "Li ho visti, e vorrei aver visto dei veri uomini, ma ne ho trovati pochi ed incapaci.

E' sciocco infatti considerare veri uomini gli atleti, che non hanno le forze della mente, ma solamente quelle del corpo".

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