Generoso e spiritoso - versione latino Nova officina

Generoso e spiritoso
Versione di latino di np
traduzione dal LIBRO Nova Officina numero 321 a pag 366

Rufus, vir senatorii ordinis, inter cenam Caesari Augusto acerbe maledixerat eique mortem optaverat.

Postero die servus ei narrat quae ebrius inter cenam dixisset eique suadet ut a Caesare veniam petat. Mox ille Caesari accurrit et, cum iurasset se pridie ebrium malam mentem habuisse, eum rogavit un sibi ignosceret.

Quod cum Caesar non recusavisset: "Nemo-inquit-credet te mihi ignovisse, nisi aliqua re a te donatus ero". Petivit igitur haud parvam summam.

Tum lepide Caesar: "Nunc-inquit-dabo operam ne umquam tibi irascar". Bene iudicanti hoc magno honori Augusto tribuendum est. Inimico enim parcens, liberalem et facetum se ostendit

Rufo, uomo dell’ordine dei senatori, durante una cena aspramente aveva maledetto Cesare Augusto e gli aveva augurato la morte.

Il giorno seguente un servo gli riferisce le cose che ubriaco aveva detto durante la cena e lo persuade a chiedere perdono a Cesare. Egli subito corre da Cesare e, dopo aver giurato di aver avuto il giorno prima un pensiero malsano perché ubriaco, lo pregò di perdonarlo.

Poichè Cesare non rifiutò ciò, disse: “ Nessuno crederà che tu mi abbia perdonato, se e da te non sarò stato donato di qualche cosa” Chiese dunque una non piccola somma. Allora spiritosamente Cesare disse:

“ Ora mi impegnerò per non arrabbiarmi mai con te”. Ad un buon giudicante ciò deve essere attribuito a grande onore di Augusto. Infatti perdonando il nemico, si mostrò anche generoso e spiritoso

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