Il ciabattino che si spacciava per medico
Cum malus sutor inopia deperditus medicinam ignoto loco exercere incepisset et venditaret antidotum falso nomine, ...Haec fabula pertinet ad illos quorum stultitia impudentibus quaestus est.
Poiché un cattivo ciabattino, rovinato dalla miseria, aveva in un luogo sconosciuto iniziato ad esercitare la medicina e poiché tentava di vendere un antidoto con un nome falso, si guadagnò una fama con loquaci trucchi.
Poiché in quel tempo il re della città era fiacco colpito da una grave malattia, mandò a chiamare questo medico per provare questa medicina.
Ma [quello] prima chiese una tazza e, versata dell'acqua (abl. ass.), fingendo che lui miscelava veleno all'antidoto, ordinò che lo stesso medico lo bevesse. Allora costui per paura della morte confessò di esser divenuto famoso non per la conoscenza dell'arte medica, ma per la stupidità del popolo. Il re, convocata un'assemblea, dichiarò queste cose: "Come siete stupidi!
Non esitate ad affidare le vostre teste ad un uomo al quale nessuno ha affidato piedi da calzare!". Questa favola è diretta verso quelli dei quali la stupidità è un affare per gli impudenti.
Versione tratta da Fedro