Il topo di campagna e il topo di città (Versione NOVE)

Olim mus rusticus in paupere suo... vitam meam securam placidamque faciet."

TESTO LATINO COMPLETO

Un giorno topo di campagna accolse nella sua povera tana un topo di città e e pose con generosità sulla mensa ogni tipo di cibo. Ma l'altro, schizzinoso, poiché era abituato ad una cena squisita e sontuosa, li toccava a malapena con dente superbo.

Alla fine disse al topo di campagna: "Come puoi, amico, condurre una vita tanto abietta in questo albero dirupato? Perché preferisci questo bosco alla città? Prendi la strada e vieni con me! Gli esseri viventi vivono una vita breve e non possono sfuggire alla morte in nessun modo. Perciò vivi felice e memore della brevità della vita negli agi e nei piaceri della città!" Queste parole [cose] colpirono il topo di campagna.

Quindi entrambi iniziano il cammino e nella notte arrivano ad una ricca dimora di città. Lì coperte purpuree coprivano letti tricliniari di avorio, e lì erano rimasti molti cibi delicati, avanzi di una ricca cena. Il topo di campagna sdraiandosi sul triclinio, assaggia volentieri ogni cosa e gode assai del [suo] nuovo destino.

All'improvviso uno stridore di battenti fa balzare i topi via dai letti : e la loro casa risuona di latrati, quindi le bestiole, spaventate, corrono per tutta la stanza. Allora il topo di campagna "Questa vita non mi giova minimamente. Ti saluto! La mia tana campagnola, povera ma sicura da ogni insidia, renderà la mia vita sicura e tranquilla.

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