La storia di Enea - Il falso racconto di un greco
Veniunt interea pastores captivum Graecum trahentes, qui Ulixi oboediens...
Nel frattempo arrivano i pastori che trascinano un prigioniero greco, che obbediva ad Ulisse, (e) che racconta queste cose false con molte lacrime: "A causa della disonesta volontà di Ulisse, i Greci mi abbandonano, sciagurato, in questo luogo.
Quelli invece ora ritornano felici per offrire un felice e veloce viaggio ai miei compagni che navigavano (con me). Ma vi esorto, Troiani, a portare nella vostra città il cavallo che (vi) darà il perenne aiuto di Minerva.
Tutti i Troiani non dubitano di queste parole. Invano il sacerdote di Apollo, Laocoonte, li scongiura di non ammettere l'animale di legno nella città: "Stolti, questo cavallo non è certamente un dono di Minerva, ma un inganno con i quali i Greci prepareranno la nostra rovina." Ed ecco due serpenti che emergendo dal mare si dirigono verso le rive e senza nessuna esitazione attaccano Laocoonte; e per prima cosa avvolgendo i piccoli corpi dei suoi figli li sbranano a morsi, poi avvolgono con le loro spire il povero sacerdote per ucciderlo.
Erano infatti animali sacri a Minerva, avversa ai Troiani a causa del giudizio di Paride.