Pigmalione (seconda parte) - Versione latino Nove
Olim Pygmalion ad aras Veneris constitit et timide deae dixit...
Una volta Pigmalione si fermò presso l'altare di Venere e disse timidamente alla dea: "Se, dèi, poteste offrirmi ogni cosa, concedetemi una coniuge simile alla mia fanciulla d'avorio." La bella Venere ascoltò e scorse i veri voti dell'artista.
Come ritornò, Pigmalione si avvicinò subito al simulacro della sua fanciulla e le diede i baci: le sembrò che fosse tiepida (che avesse la vita). Mosse poi la bocca, toccò anche con le dita il petto: il freddo sparì e l'avorio si ammorbidì come la cera si ammorbidisce con il sole. Pigmalione si stupì e esultò di gioia e dubbioso ebbe paura.
Accarezzò di nuovo la sua fanciulla: il corpo era vivo non d'avorio, toccò le vene sul suo pollice che circolavano, con la sua bocca alla fine schiacciò la bocca viva (non artificiosa).
La fanciulla percepì i baci e arrossì e discostando il timido sguardo vide parimenti con il cielo l'amante.
(By Maria D. )
Versione tratta da Ovidio