Simonide perde tutti i suoi averi nel naufragio - Nove discere

Simonide perde tutti i suoi averi nel naufragio
versione latino Fedro traduzione libro nove discere

Multa egregia carmina Simonides poeta scripsit qui urbes Asiae nobiles peragrans et laudes victorum canens magnas mercedes accepit:...

Il poeta Simonide scrisse molti magnifici poemi ed egli, attraversando famose città dell'Asia e cantando le lodi dei vincitori, aveva accumulato delle grandi ricchezze.

Dopo essersi arricchito grazie alla sua arte, decise di tornare nell'isola di Ceo, sua patria, e salì su una nave. Ma una terribile tempesta e la fatiscenza del'imbarcazione, fecero sì che la nave affondasse nel bel mezzo del mare. Gli altri raccolsero cinture e bisacce piene di argento e di oro, come se fossero beni di prima necessità, mentre Simonide non prese nulla.

Allora un tale, curioso, chiese al poeta: "Simonide, perché non prendi nulla delle tue ricchezze?". "Con me - disse Simonide - sono tutti i miei averi". Allora in molti, nuotando con un grave peso, annegarono e persero la vita;

solo pochi riuscirono a cavarsela, ma dopo essere giunti incolumi sulla spiaggia, si imbatterono in alcuni predoni che li rapinarono di tutti i loro beni e che, da ricchi, li trasformarono in indigenti.

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