Elissa fugge da Tiro (Versione latino Giustino)

Elissa fugge da Tiro versione latino Giustino traduzione libro Nuovo Comprendere e Tradurre pag. 254 N° 301

Cum Tyri rex Mutgo decessurus esset, filium Pygmalionem et Elissam, quam alii Didonem vocant, insignis formae virginem, heneredes instituit....

Cum his fugae sociis ad africae litus appulit ibique novam urbem condidit, quam Carthaginem appellavit.

Il re Mutto di Tiro, in punto di morte, indicò come eredi il figlio Pigmalione ed Elissa, altrimenti detta Didone, fanciulla di straordinaria bellezza. Ma il popolo assegnò il potere al sedicenne Pigmalione. Elissa (da parte sua) sposa Acherba, suo zio, sacerdote di Ercole, che ricopriva dopo il re la carica più importante del regno. Costui possedeva un ricco tesoro, ma nascosto; (infatti)

per timore del re, (Sicheo) non teneva l'oro in casa, ma sottoterra; e sebbene non si fosse sicuri di questo fatto [quam rem etsi homines ignorabant], tuttavia se ne era sparsa la voce. Accecato dall'avidità di (possedere) quelle ricchezze, Pigmalione, disdegnando l'umana legge e senza rispetto per i sacri legami della parentela, fece uccidere suo zio [Sicheo]. Elissa, dopo essersi a lungo ribellata al fratello a motivo di questo delitto, alla fine - mostrando buon viso a cattivo gioco - progetta una fuga di nascosto, alleandosi con taluni maggiorenti della città, ch'ella riteneva (come lei) disposti ad uccidere il re e a fuggire dalla città, a causa dell'odio del re. Con questi compagni di fuga approdò sulla costa dell'africa e qui fondò una nuova città che chiamò Cartagine

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