Le oche salvano il campidoglio (versione nuovo comprendere e tradurre e traduzione)

Le oche salvano il campidoglio - versione latino
Questa pagina contiene la traduzione dai libri
compact discere - maiorum lingua - Expedite e
nuovo comprendere e tradurre

versione dal libro Latina Vox

1. Traduzione dal libro compact discere

Dum haec Veiis agebantur, interim arx Romae Capitoliumque in ingenti periculo fuit....

2. versione dal libro dal libro expedite

Brennus, Gallorurn dux, postquam curn suo barbarorum, grege Alpes transierat, in Italiarn descendit et Romam contendit....

Galli de Alpibus in Italiam descenderunt et totam regionem ferro ignique vastaverunt....

4. traduzione dal libro Maiorum lingua
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1. Traduzione dal libro compact discere

Mentre a Veio succedevano queste cose, nel frattempo la cittadella di Roma e il Campidoglio corsero un gravissimo pericolo.

Infatti i Galli, o perché avevano notato orme umane nel punto in cui era passato il messaggero giunto da Veio, o perché si erano resi conto da soli che l'erta nei pressi del tempio di Carmenta poteva essere superata senza difficoltà, una notte debolmente rischiarata inviarono prima in avanscoperta un uomo disarmato per accertare che il passaggio fosse praticabile; poi, passandosi le armi nei punti più difficili, appoggiandosi a vicenda e spingendosi verso l'alto gli uni con gli altri a seconda della natura del terreno, raggiunsero la cima in un tale silenzio che non solo riuscirono a passare inosservati alle sentinelle, ma non svegliarono nemmeno i cani che invece sono animali sensibilissimi ai rumori notturni.

Non sfuggirono però alla vigilanza delle oche che, non ostante la grande penuria di viveri, erano state risparmiate perché sacre a Giunone. E questo fatto salvò i Romani. Svegliato infatti dal verso e dallo starnazzare delle oche, Marco Manlio, che era stato console tre anni prima e si era sempre distinto in campo militare, afferrando le armi e insieme chiamando gli altri a imitarlo, si fece avanti e mentre i suoi compagni correvano in disordine a armarsi, con un colpo di scudo ricacciò giù dal pendio un Gallo che era già riuscito a raggiungere la sommità dell'erta. Ma siccome la sua caduta travolse quelli che gli venivano dietro, altri Galli, colti dal panicoo, nel tentativo di aggrapparsi con le mani alle rocce alle quali aderivano con il corpo, lasciarono cadere le armi e finirono sotto i colpi di Manlio.

Essendosi nel frattempo aggiunti anche altri Romani, i nemici vennero ricacciati dalle rocce con lancio di frecce e di pietre, così che l'intero contingente di Galli fu respinto con successo franando rovinosamente giù dal precipizio.

2. versione dal libro dal libro expedite

Brenno, capo dei Galii, dopo che con la sua masnada di barbari aveva attraversato le Alpi, discese in Italia e mosse in direzione di Roma. Allorché le milizie dei Galli passavano attraverso città e villaggi uccidevano gli abitanti e devastavano tutto con il ferro ed il fuoco.

Gli abitanti delle città italiche allora, molto spaventati, chiesero aiuto ai Romani i quali spedirono contro Brenno i fratelli Fabi con due legioni. I Galli però sbaragliarono le due legioni presso il fiume Allia e strinsero d'assedio Roma. Allora, presi dalla paura, i Romani abbandonarono la città e si rifugiarono a Veio con vecchi, donne e figli.

Pertanto i barbari entrarono nella città senza alcun rischio e giunsero sotto le mura del Campidoglio. I Galli stavano ormai ascendendo in silenzio sulle mura della rocca quando tutto ad un tratto le oche che si trovavano nel tempio di Giunone risvegliarono dal sonno con i loro squittii Marco Manlio, il custode della rocca.

Manlio allora afferrò le armi e chiamò in aiuto i soldati romani: Dopo un duro scontro i Galli furono battuti dai Romani e ricacciati dal Campidoglio. In questo modo Roma venne salvata dallo squittire delle oche

3. versione dal libro Comprendere e Tradurre

I Galli discesero dalle Alpi in Italia e misero a ferro e fuoco tutta la regione. All'improvviso il terrore della morte e la paura dei nemici invasero tutti gli abitanti delle città.

Subito contro le ingenti truppe dei barbari fu mandato dai Romani un console con due legioni, ma i Galli assalirono il console e le sue legioni e con un aspro combattimento vinsero presso il fiume Allia, poi si avvicinarono a Roma. Allora i Romani, presi dalla paura, abbandonarono la città e con i vecchi, le donne e i figli si rifugiarono nei boschi.

I barbari senza pericolo arrivarono in città e presero d'assedio il Campidoglio, rocca di Roma. Ormai i Galli scalavano le mura della rocca, quando improvvisamente le vigili oche svegliarono dal sonno con forti schiamazzi Marco Manlio, custode del Campidoglio.

Allora Manlio chiamò i soldati Romani, che combatterono con enorme forza e respinsero i Galli: perciò il Campidoglio fu liberato dalle insidie dei barbari e Roma fu salvata dagli schiamazzi delle oche

4. traduzione dal libro Maiorum lingua

enno, comandante dei galli, dopo che attraversò le alpi con la sua orda di barbari scese in italia e si diresse a roma. quando le truppe dei galli attraversarono le città e le strade, ucciderono tutto con il ferro e con il fuoco.

allora i cittadini della città dell'italia terrorizzati chiesero l'aiuto dei romani i quali mandarono contro brenno i due fratelli fabii con due legioni. ma i galli sconfissero presso il fiume alia le legioni dei romani presi dalla paura, lasciarono la città e con i vecchi le donne e i bambini fuggirono a veio. pertanto i barbari senza nessun pericolo entrarono in città e andarono sotto le mura del capitolino.

già i galli salirono sulle mura nell'aree in silenzio quando all'improvviso le oche che erano nel tempio di giunone svegliarono con le loro grida marco manlio custode dell'arce dal sonno.

allora manlio prese le ari e chiamò in aiuto i soldati romani: dopo la guerra aspra i galli furoni vinti dai romani e furono schacciati dal capitolino. perciò roma fu salvata dalle grida delle oche.

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