Le fortune di Metello (Versione latino Valerio Massimo)

Le fortune di Metello Versione latino Valerio Massimo
TRADUZIONE DAL libro Optime

nasci eum in urbe terrarum principe uoluit, parentes ei nobilissimos dedit, adiecit animi rarissimas dotes et corporis uires, ut sufficere...

Volle ch'egli nascesse nella città regina della terra, gli diede nobilissimi genitori, vi aggiunse eccezionali doti d'animo e forze fisiche per poter esser pari alle fatiche, gli fece ottenere come sposa una donna segnalata per pudicizia e prolificità, gli largi l'onore del consolato, la carica di generale, l'ornamento di un prestigioso trionfo, fece sì che vedesse nello stesso tempo tre figli consoli, uno anche censore e trionfatore, un quarto pretore, che collocasse in matrimonio tre figlie e ne ricevesse tra le braccia i loro pargoli.

Tanti parti, tante culle, tante toghe virili, tante faci nuziali, tante cariche civili e militari, grandissima copia, insomma, di motivi a rallegramenti: e intanto nessun lutto, nessun pianto, nessun motivo di dolore.

Contempla il cielo, e a stento vi troverai una simile condizione, se è vero che vediamo i più grandi poeti assegnare lutti e pene anche agli dèi.

Da altro libro

Videamus ergo quot gradibus beneficiorum Q. Metellum a primo originis die ad ultimum usque fati tempus numquam cessante indulgentia ad summum beatae uitae cumulum perduxerit....

Vediamo, dunque, per quanti gradi di benefici la fortuna, senza concedere mai pausa alla propria generosità, abbia fatto giungere Quinto Metello, dal primo giorno della sua nascita fino agli ultimi momenti della vita, al culmine della felicità.

Volle che lui nascesse nella città regina della terra, gli diede nobilissimi genitori, vi aggiunse eccezionali doti d’animo e forze fisiche per poter esser pari alle fatiche, gli fece ottenere come sposa una donna segnalata per pudicizia e prolificità, gli elargi l’onore del consolato, la carica di generale, l’ornamento di un prestigioso trionfo, fece sì che vedesse nello stesso tempo tre figli consoli, uno anche censore e trionfatore, un quarto pretore, che collocasse in matrimonio tre figlie e ne ricevesse tra le braccia i loro pargoli.

Tanti parti, tante culle, tante toghe virili, tante fedi nuziali, tante cariche civili e militari, grandissima copia, insomma, di motivi a rallegramenti: e intanto nessun lutto, nessun pianto, nessun motivo di dolore.

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