De cane avido

Canis quidam ad flumen venit tranatum, retinens carnis partem ore...Saepe avidi, qui capturi aliena sunt, et omnia sua amittunt.

Un [certo] cane giunse ad un fiume per attraversarlo a nuoto, tenendo con la bocca un pezzo di carne.

Dopo che fu entrato in acqua e dopo che ebbe visto il riflesso della carne nell'acqua che la rispecchiava, aprì la sua bocca per prendere l'altra. Ma in questo modo perse nel fiume quella che reggeva e non poté avere quella che aveva creduto che si trovasse sott'acqua.

Spesso gli avidi, per impadronirsi delle cose altrui, perdono anche tutte le loro cose.

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