De Dionysio, Syracusanorum tyranno, haec feruntur: is sacrilegiis suis iocosa dicta adiungere solebat ...

In merito a Dionigi, il tiranno di Siracusa, vengono tramandate queste cose: egli era solito aggiungere alle sue empietà battute scherzose, infatti era presente a Locri (che dista da Siracusa all'incirca duecento miglia) e volle assalire il santuario di Proserpina.

Dopo che lo ebbe depredato, mentre si recava in patria con la flotta, attraverso il mare aperto con il vento favorevole, egli non temeva la collera degli dèi, ma rideva, e disse agli amici: Vedete?

Forse dagli dèi immortali non viene concessa una buona navigazione a degli empi? Inoltre sottrasse a Giove Olimpio un mantello d'oro di grande peso, con il quale lo aveva abbellito il tiranno Gelo per mezzo dei proventi del bottino cartaginese, e gli gettò sopra un mantello di lana, dicendo che un mantello d'oro era pesante in estate e freddo in inverno, e che quello di lana invece giovava a Giove, e che senza dubbio il dio lo preferiva, perché esso era più adatto ad ogni stagione dell'anno.

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