Multi homines Graeci quos antea nominavi inique a suis civibus damnati atque expulsi sunt ...

Molti uomini Greci, che ho menzionato precedentemente, sono stati ingiustamente condannati ed esiliati dai loro concittadini, tuttavia, poiché hanno acquisito grandi meriti presso le loro società, oggi godono di grande gloria (lett.

: "sono di grande gloria"), non solamente in Grecia, ma anche presso di noi, e in tutte le altre terre: viceversa, nessuno nomina coloro dai quali quelli sono stati perseguitati. Ricordiamo ancora oggi le loro disavventure, ed invece disprezziamo i tiranni, i quali, con la loro tirannia, li avevano perseguitati.

Tra i Cartaginesi, è stato celebre per l'assennatezza, per il valore, e per le imprese, Annibale, il quale, da solo, lottò per molti anni con molti nostri generali, per l'egemonia e per la gloria, e che, invece, i concittadini esiliarono dalla città; celebriamo noi, con la nostra letteratura, Annibale, anche se nemico, e che il suo ricordo sopravviva sempre! Per questo motivo onoriamo anche i nostri Bruti, i Camilli, gli Scipioni, e gli innumerevoli altri che consolidarono il nostro Stato; amiamo la patria, obbediamo al senato, difendiamo i buoni cittadini, non chiediamo i frutti presenti, ma mettiamoci al sevizio della gloria della posterità.

Ed inoltre, non aspiriamo alla ricchezza o al corpo degli uomini prodi, bensì alla gloria dell'animo e delle virtù.

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