Segnali divini
Romani vera putabant auguria et praesagia: multa vaticinia a sacerdotibus pronuntiabantur ... De illo deo multa scimus, filius Iovis et Latonae a Romanis putabatur ac medicinae, musicae et poetarum deus existimabatur.
I Romani reputavano vere le premonizioni e le profezie: molti vaticini venivano pronunciati dai sacerdoti e, nei sacrifici, venivano esaminate le interiora delle vittime, e così veniva predetto il futuro.
A Roma, i propositi degli dei venivano annunciati attraverso il volo degli uccelli o dei polli sacri. Talvolta, i segni degli dei dei venivano trascurati, e così le truppe Romane venivano sconfitte oppure i tribuni venivano uccisi.
Anche i Greci utilizzavano i presagi, ed avevano molti oracoli: ambasciatori con dei doni si recavano spesso dal dio Apollo e pregavano un responso del dio. E (gli) era dedicato uno sfarzoso tempio ad Atene e in molte città Greche.
Su quel dio sappiamo molte cose: dai Romani era considerato il figlio di Giove e di Latona, e veniva ritenuto il dio della medicina, della musica e dei poeti.