Tiberio, imperatore letterato

Artes liberales Tiberius studiosissime coluit. In oratione Latina secutus est Corvinum Messalam, quem senem …

Tiberio praticò con estrema dedizione le arti liberali. Nella prosa latina si rifece a Corvinio Messala, che, da giovane, aveva conosciuto già vecchio.

Ma il suo stile era pieno di affettazione e di eccessiva prolissità, ragion per cui l'imperatore veniva giudicato migliore quando improvvisava che non quando si era preparato. Compose anche un poema lirico, il cui titolo è "Lamento circa la morte di L. Cesare". Confezionò anche poemi Greci, avendo imitato Euforione, Riano e Partemio, poeti che ammirava particolarmente: infatti volle rendere note le loro opere e raffigurazioni nelle biblioteche pubbliche, tra gli autori antichi e famosi.

Principalmente, tuttavia, si occupò di informazione di storia leggendaria, fino alle minuzie e al ridicolo; infatti metteva alla prova anche gli eruditi con problemi di questo tipo: Chi era la madre di Ecuba? Quale nome aveva avuto Achille tra le fanciulle?

Perché le Sirene avevano l'abitudine di cantare? Nell'oratoria Greca era disinvolto e versato, tuttavia non la praticò ovunque: soprattutto in senato non impiegava parole Greche; una volta, addirittura, poiché doveva dire "monopolio", chiese prima perdono, perché utilizzava una parola straniera.

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