La gratitudine - Versione Cicerone Primus Liber

La gratitudine versione latino Cicerone libro primus libe

Etenim, iudices, cum omnibus virtutibus me adfectum esse cupio, tum nihil est quod malim quam me et esse gratum et videri....

E infatti, o giudici, visto che desidero possedere ogni tipo di virtù, a maggior. allora non c'è nulla che io preferisca (di più) che essere e sembrare grato.

Quest'unica virtù, infatti, già per sé sola, non solo le supera tutte, ma addirittura la capostipite di tutte le restanti. Cos'altro è la "pietas" se non una disposizione di gratitudine nei confronti dei propri genitori? Chi sono i cittadini buoni - che si rendono benemeriti della patria sia a casa che in guerra - se non quelli che si ricordano dei benefici ricevuti dalla patria.

Chi sono i (cittadini) (davvero) devoti agli dei, che onorano i culti e le prescrizioni religiose, se non coloro che ricambiano gli dei con adeguati onori e con animo riconoscente? E sarebbe possibile una vita senza affinità amicali ? Del resto che tipo di amicizia potrebbe sussistere tra uomini che si mostrano ingrati gli uni verso gli altri? Chi di noi (può considerarsi) ben educato se non preserva, nell'animo, con piena riconoscenza, il ricordo dei suoi educatori, maestri, sapienti, o dello stesso libro da cui ha ricevuto nutrimento ed erudizione?

(Infine) potrebbe esserci, o c'è mai stata, vera ricchezza senza ch'essa potesse essere condivisa e confortata da una numerosa amicizia ? Certamente queste non possono esistere senza nessun ricordo e amicizia.

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