Che cosa fare dei vinti? - Quae manent 2 pagina 420 numero 15
Patres conscripti, quod bello armisque in Latio...
Padri Iscritti, ciò che bisognò fare nel Lazio con la guerra e le armi, giunse appunto alla fine grazie alla benignità degli dèi e alla virtù dei soldati.
Era rimasta la deliberazione, dato che ci sollecitavano a ribellarci più spesso, in che modo mai avremmo potuto tenerli fermi con una perpetua pace. Gli dèi immortali vi resero così potenti di tale decisione da porre in vostro potere, se il Lazio poi ci sia o non ci sia; pertanto potreste procurarvi la pace, cosa che compete ai Latini, per sempre o accanendovi o perdonando. Volete infierire crudelmente contro gli assoggettati e i vinti?
È lecito distruggere tutto il Lazio, realizzare di conseguenza vasti deserti, donde avete usato spesso l'egregio esercito sociale per le tantissime ed importanti guerre. Volete arricchire con l'esempio degli antenati lo stato romano accogliendo i vinti in città? La capacità di crescere per la somma gloria è sufficiente. Sicuramente questo potere in cui gioiscono gli ubbidienti è di gran lunga molto saldo. Ma una volta maturato occorre qualsiasi cosa che sembra bene stabilire; avete tanti popoli sospesi nell'animo tra la speranza e la paura; e pertanto occorre che venga assolta quanto prima la vostra cura in merito a tali cose e, mentre restate stupiti nell'attesa, occorre che siano invasi anticipatamente gli animi di quelli sia dalla pena che dal beneficio.
Fu nostro il fare in modo che voi aveste il potere di decidere di ogni cosa; è vostro il decidere ciò che sia ottimo per voi e per lo stato. (by Maria D.)
Versione tratta da Livio