Civis Romanus sum (Versione latino)

Clamabat ille miser se civem esse Romanum...

Quel povero gridava di essere romano, del municipio di Consano; (gridava) che era meritevole con L. Recio, illustrissimo cavaliere romano, che negoziava a Panormo, da cui Verre poté sapere tali cose. Allora costui, (gridava) di aver scoperto che quello era stato mandato dai condottieri dei fuggitivi in Sicilia per osservare;

e nessuno aveva alcun indizio qualche traccia e qualche sospetto di tale cosa; poi ordina dappertutto di bastonare molto violentemente l'uomo. Il cittadino romano di Messina veniva percosso con le verghe in mezzo al foro, giudici, intanto nessun gemito, nessun'altra parola di quel povero veniva udito tra il dolore e il crepitio delle piaghe se non queste:

"Sono un cittadino romano". Quello con questa commemorazione della città credeva che avrebbe respinto tutte le bastonate e avrebbe gettato via la tortura dal corpo;

questi fece ciò in modo tale, da cercare di allontanare l'impeto delle verghe, ma, implorando più spesso ed usurpando il nome della città, direi che la croce, la croce veniva preparata per l'infelice e pieno di affanni, che non aveva mai visto questa peste (disgrazia).
(By Maria D. )

Versione tratta da Cicerone

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