Consuetudini e leggi antifemminili nell'antica Roma - Quae manent 1 pagina 444 numero 32

Qui de victu atque cultu...

Coloro che scrissero in merito all'alimentazione e al modo di vivere del popolo romano, tramandano che le donne a Roma e nel Lazio trascorrevano il tempo temperanti: infatti il vino era chiamato in lingua antica (temetum).

Non solo dicevano che quelle si astenevano dal vino, ma che fu anche stabilito che dessero il bacio ai consanguinei, che l'odore rendesse la testimonianza, se avessero bevuto, e che le prendessero. Tramandano in verità che quelle bevessero il vinello, vino d'uva passa, di mirra e altri tipi di vini dolci a bersi che abbiano sapore.

Ed in verità queste cose sono divulgate in quei libri, che ho menzionato; ma Marco Catone tramanda che non solo le donne erano apprezzate, ma anche multate dal giudice per tale motivazione, come se la donna ammettesse l'infamia e l'adulterio. Ho aggiunto scrivendo le parole di Marco Catone dall'orazione, che è intitolata la dote, in cui è scritto anche questo:

le leggi consentivano che fosse diritto del marito uccidere le mogli sorprese in adulterio dice: "Il marito è giudice verso la donna come un censore, ha potere, se vi sono azioni perverse e orrende da parte della moglie; è punita, se beve vino; se commette un atto disonorevole con un uomo altrui, è condannata a morte".
(By Maria D.)

Versione tratta da Aulo Gellio

Copyright © 2007-2025 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2025 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2025-04-14 12:24:41 - flow version _RPTC_G1.3