Il coraggio di un giovane romano - Quae manent 2 pagina 309 numero 7
In vacuum pontem Gallus processit...
Gallo procedette sul ponte vuoto e con quanta più voce poté disse: "Proceda suvvia al combattimento l'uomo più forte che ora ha Roma, affinché il nostro esito tra i due mostri quale delle due popolazioni sia migliore in guerra". Vi fu a lungo silenzio tra i più insigni dei giovani romani, temendo di rifiutare la contesa e non volere scongiurare la sorte del pericolo; allora T. Manlio figlio di Lucio, che aveva vendicato il padre dalla vessazione tribunizia, si diresse dal posto di guardia verso il dittatore.
Disse: "Senza una tua deliberazione comandante, non combatterei mai al di fuori dell'ordine, quand'anche abbia visto una vittoria sicura: se tu permetti, io vorrei mostrare a quella belva, visto che esulta a tal punto dinanzi alle insegne dei nemici, di essere nato da quella famiglia che gettò la schiera dei Galli dalla Rupe Tarpea." Allora il dittatore disse: "Sarai soddisfatto del valore e della pietà verso il padre e la patria, T. Manlio.
Procedi e mantieni invincibile con gli dèi che ci aiutano il nome romano". Quindi i coetanei armano il giovane; prende lo scudo di fanteria, viene cinto della spada ispanica adatta per il combattimento più ravvicinato. Lo conducono innanzi armato ed ornato contro il gallo lieto scioccamente e che dal sorriso faceva anche la linguaccia.
Versione tratta da Livio