Il culto di Cerere in Sicilia - Versione Quae Manent

Vetus est opinio insulam Siciliam totam esse Cereri et Liberae consecratam....

È antica l'opinione che l'isola di Sicilia è tutta quanta consacrata a Cerere e a Libera. Gli stessi Siculi ci credono a tal punto da sembrare che nei loro animi sia insito questo.

Credono infatti sia che tali divinità siano nate in questi luoghi sia che i frutti siano stati scoperti per la prima volta in questa terra, e che libera sia stata rapita, proprio la stessa che chiamano Proserpina, dal bosco degli Ennensi. Cerere volendo cercarla e trovarla, si dice che abbia acceso le fiaccole con quelle fiamme che irruppero dalla sommità dell'Etna, con cui questa stessa si dice che viaggiasse per tutto l'universo.

Enna invece, dove queste cose che dico si ricordano che sono avvenute, si trova in un luogo molto elevato e prominente, nella cui sommità c'è una pianura spianata di campo e acque perenni; intorno a questa vi sono laghi boschi moltissimi e piacevolissimi fiori, così da sembrare che questo stesso luogo abbia declamato quel rapimento della fanciulla.

Ed infatti nei pressi c'è una spelonca d'infinita altezza, da dove si dice che il padre Dite fosse uscito improvvisamente con il carro e e avesse portato via da quel luogo la fanciulla, l'avesse trasportata con sé e che penetrasse subito sotto terra lontano da Siracusa, e che improvvisamente apparve un lago in quel luogo.

Versione tratta da Cicerone

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