Io, Annibale, chiedo la pace - Quae Manent 2 pagina 338 numero 23
«Est eius qui dat, non qui petit, condiciones dicere pacis...
"E' proprio di colui che dà, non di colui che chiede, definire le condizioni di pace; ma forse non siamo indegni, proprio noi stessi che dovremmo proporre una multa per noi stessi.
Non neghiamo che tutte le cose, per le quali si è andati alla guerra, siano vostre, la Sicilia, la Sardegna, la Spagna e qualsiasi isola sia contenuta in tutto il mare tra l'Africa e l'Italia: noi Cartaginesi circondati dai litorali dell'Africa, vediamo voi che reggete con potere per terra e per mare le cose straniere.
Non dovrei negare che la fede punica sia stata sospettata da voi a causa della pace chiesta non troppo sinceramente o o attesa recentemente. Interessa molto, Scipione, attraverso cui sia stata scongiurata per la fiducia di tutelare la pace. Anche i vostri padri, come odo, non negarono alcuna pace anche per questo, perché nella legazione c'era poca di dignità. Io Annibale chiedo la pace; e proprio io che non la richiederei, se non la credessi utile, e per questa stessa utilità, per la quale l'ho chiesta, la tutelerò.
Come io ho garantito, visto che da me era stata iniziata la guerra, affinché nessuno si pentisse di questa, fino al momento che gli dèi fossero stati indisposti, così mi appoggerò, affinché nessuno si penta della pace, portata avanti da me".
(By Maria D. )
Versione tratta da Livio