L'incontro tra Arminio e Flavo - Quae manent 2 pagina 403 numero 27
Qui, amotis stipatoribus, ut sagittarii nostra pro ripa dispositi ...
Costui, allontanate le guardie del corpo, chiede agli spadaccini disposti dinanzi alla nostra riva di ritirarsi e dopo che avevano fatto una deviazione, da dove c'era quell'irregolarità della costa interroga il fratello.
Quello riferendo il luogo e la battaglia, cerca di sapere quale mai premio avesse ricevuto. Flavo ricorda gli stipendi aumentati, la collana e la corona e gli altri doni militari, mentre Arminio si burlava dei vili prezzi del servizio.
Poi ordirono opposti (in senso contrario), questo (ordì) la grandezza romana, le risorse di Cesare e le gravi pene ai vinti, la clemenza preparata a chi era giunto in resa; e di non considerare ostilmente la moglie e il figlio di costui. Quello il diritto della patria, la libertà proveniente dagli avi, gli dèi penati della Germania, la madre compagna di preghiere; preferì non fu disertore e traditore dei parenti e degli affini, poi della propria gente che comandante.
A poco a poco da qui degenerati in litigi, erano ostacolati ad intrecciar battaglia poiché in mezzo non c'era neppure un fiume, se Stertinio accorrendo non avesse trattenuto Flavo che pieno d'ira pretendeva le armi ed il cavallo.
(By Maria D. )
Versione tratta da Tacito