L'occhio del padrone - Versione Quae Manent 1 pagina 311 numero 17
Cervus, dum instantem...
Un cervo mentre è imminente la morte da parte dei cacciatori desidera scappare nei boschi, deviate le strade, giunge ad una villa e si nasconde in una stalla di buoi. Qui i buoi gli domandarono:
"Perchè, sfortunato, dopo che ti sei sottratto ai cacciatori, ti sei affidato ad una dimora degli uomini?". Ma il cervo supplichevole rispose/risponde: " Non c'era per me nessun'altra via di salvezza. Voi almeno risparmiatemi: quando mi sarà data l'occasione, uscirò furtivamente fuori e fuggirò." Questo si nascose a lungo tra i buoi; il bovaro andò spesso alla stalla, diede ai buoi il fieno e ma non vide il cervo tra di loro; giunsero anche altri campagnoli e neanche [loro] lo videro.
Allora il cervo felice ringraziò molto i buoi, perché in un momento sfavorevole gli avevano offerto ospitalità. Ma uno tra i buoi gli disse: "Noi senza dubbio desideriamo che tu sia salvo; ma se verrà il padrone, che ha cento occhi la tua vita sarà in grande pericolo." Dopo un po' giunse il padrone, entrò nella stalla e, mentre osserva(va) ogni cosa singolarmente, vede le alte corna del cervo tra gli altri animali.
Convoca subito i servitori e li uccide per la loro incuria, poi porta via con sè la preda.
(By Vogue)
Versione tratta da Fedro